Ultimo tassello della presentazione

Matteo Tasini
Mancava l’ultimo tassello per completare la presentazione del nuovo coach della CMP Global Basket, ma prima di farlo è doveroso fare un breve spot sull’impresa della nazionale maggiore di basket che battendo Porto Rico si è qualificata tra le prime 8 della rassegna mondiale e martedì avrà l’arduo compito di provare a giocarsela con il favoritissimo team USA. E una chiacchierata al telefono con Matteo Tasini mi ha rivelato un arcano mistero del quale non ero a conoscenza: la vita sportiva e in questo caso anche umana del nostro coach si è intrecciata con quella del Poz per metà stagione di qualche anno fa, con Poz capo allenatore della Fortitudo e Matteo suo assistente.
Chi ama il basket ha fortemente amato il Pozzecco giocatore, un talento incredibile, con grandi doti offensive, ma del medesimo come allenatore qualche dubbio rimane. C’è chi dice che Edoardo Casalone (suo assistente) sia il vero coach, qualcuno afferma che è troppo folle per allenare la nazionale, altri dicono che Meo Sacchetti (ex allenatore della nazionale) gli abbia consegnato una nazionale già rodata. Di parere differente è Matteo Tasini che ha una sua opinione sul Poz, frutto dell’esperienza condivisa come suo assistente:
“Tecnicamente è uno dei più bravi, vede dettagli che noi semplici umani manco col binocolo siamo in grado di vedere; è bravissimo nel creare un gruppo coeso dove tutti stanno bene con tutti. Non ha mai fatto l’allenatore cane da guardia, ma responsabilizza singolarmente ogni componente dello staff, dai giocatori fino al preparatore atletico”.

E Matteo nella sua lunga e fruttuosa collaborazione con la Fortitudo di allenatori in gamba ne ha visti: Bonicciolli di cui è stato assistente è stato per Matteo una guida che ha sempre proposto il nostro giovane coach per ruoli importanti in Fortitudo. E poi c’è Antimo Martino, per Matteo vero coach moderno e preparato, bravo nel creare gruppi di lavoro ed eccellente nel sondare il mercato. La lista sarebbe ancora lunga e includerebbe anche il grande Repesa, ma per ora fermiamoci qua, fermiamoci al Poz di cui Matteo ha una enorme stima e che merita, sempre secondo Matteo, il ruolo di coach della Nazionale.
Ma torniamo ai semplici fatti di casa nostra, dove continua la galleria degli incroci.
Matteo ha incrociato Gabriele Fin quando entrambi giocavano nelle giovanili della Pontevecchio, 2 semplici anni di differenza (il più anziano è Fin). Ha poi incrociato “Rambo” Ranocchi (detto anche Rana o Macrowave) quando Rana era un under nella Virtus, per non parlare di Genny e Pederzini quando giocavano in Fortitudo.
Come capo allenatore Matteo ha allenato in serie C la SG Fortitudo e poi a Carpi ha vestito i panni del responsabile del settore giovanile, nonché il capo allenatore della squadra senior.

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